Come capire la nouvelle vague? La situazione cinematografica nel dopoguerra; l’attività indefessa (e concorrenziale) dei cineclub; la cinefilia; il ruolo svolto da Henri Langlois e dalla Cinémathèque Française; l’esplosione dell’attività critica – la nascita di numerose riviste; il ruolo di André Bazin e dei Cahiers du cinéma.  

Un corso sulla nouvelle vague in otto ore? Sarebbe un’impresa folle e assai sconclusionata. Un po’ come percorrere il Louvre di corsa. Proprio come fanno i protagonisti di Bande à part (Jean-Luc Godard). Dunque, più che un corso, questi quattro incontri vorrebbero essere un primo ragionamento che si pone l’obiettivo di tracciare alcune coordinate. Fissare qualche punto. Scavare un po’. Sbrogliare qualche matassa e molti luoghi comuni. La nouvelle vague è un momento storico e cinematografico mitizzato, emulato, di certo lodato. Eppure, se cercate in libreria, fatta eccezione per i capitoli dei manuali di storia del cinema, non troverete molti testi da consultare. Sono finiti un po’ tutti fuori catalogo. Allora, forse, questi quattro incontri possono servire a chi voglia levare un po’ di polvere dalla fotografia di quei due ventenni che camminano sugli Champs Elysées (À bout de souffle). Tenendo come bussola la famosa frase di François Truffaut: «Quello che c’era in comune tra gli autori della nouvelle vague era l’amore per i flipper».