«Non vado mai al cinema.» «E per questo non capisci l’arte» dicono i due ladri di Fuori orario di Martin Scorsese mentre rubano un finto George Segal (l’attore o lo scultore pop?). Da decenni artisti e videoartisti saccheggiano il cinema del passato. O diventano registi. E intanto i film hollywoodiani saccheggiano le opere degli artisti. Grande è la confusione sotto il cielo. Ma c’è anche da divertirsi: a patto di non avere pregiudizi. Questo corso si propone di creare un percorso tra alto e basso, videoinstallazioni e videoclip, da Michelangelo Antonioni a Brian De Palma, da Michael Snow a Stanley Kubrick: per capire come nella contemporaneità i concetti di arte e avanguardia vengono continuamente mescolati e messi in crisi, tra falsi, truffe e veri geni.

1) Il crollo delle gerarchie e l’arte del saccheggio. La divulgazione delle avanguardie. Il riuso del cinema del passato. La citazione selvaggia e le coincidenze imprevedibili. Un percorso che parte da Kubrick, passa per l’astrazione e deborda nell’horror.

2) Steve McQueen vs. Alfonso Cuarón: siamo ancora schiavi della prospettiva rinascimentale e del suo modo di rappresentare lo spazio? C’è chi dice no: dalle Avventure di Tintin di Spielberg alla realtà virtuale di Alejandro González Iñárritu.

3) Due case studies: Peter Greenaway e Abbas Kiarostami. Come due registi-artisti hanno messo in crisi il cinema tradizionale, l’hanno ucciso e sono andati nei musei.

4) Un’invenzione senza futuro? Come La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Manifesto di Julian Rosefeldt e The Square di Ruben Östlund ridefiniscono il ruolo dell’arte e del cinema nel presente.